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Archivi Mensili: dicembre 2015

Ash vs Evil Dead Ep.6 – Killer of Killers

09 mercoledì Dic 2015

Posted by Manuel Ash Leale in A, Bruce Campbell, demoni, Recensioni di Manuel Ash Leale, serie tv

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ash, ash vs evil dead, bruce campbell, killer of killers, lucy lawless, ray santiago, sam raimi

Viaggiando e provando a superare le insidie dei demoni kandariani, Ash vs Evil Dead arriva alla puntata numero sei, The Killer of Killers. Se le somme si tirano a fine stagione, è indubbio che quanto visto finora non fa che confermare le idee iniziali, siano esse contrarie oppure a favore. Chi vede in questa serie un inutile spreco di tempo o una malriuscita operazione nostalgia, continuerà tranquillamente a pensarla tale. D’altro canto, chi ha imbracciato la motosega di plastica e tentato di baciare una sconosciuta, con tanto di frase a effetto, persevererà nella visione di un continuum atteso da tanti anni. Da che parte stia colui che scrive è cosa risaputa e quindi si potrebbe anche chiudere qui, andare a farsi spillare una pinta di rossa e attendere il prossimo episodio, mentre tentiamo rovinosamente di sedurre la cameriera al suono di “dammi un po’ di zucchero, baby”.

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Ma non sarei totalmente sincero con voi, perché la verità è che la mancanza di Sam Raimi alla regia un po’ si fa sentire. El Jefe, il primo episodio, scritto e diretto dal geniaccio di Royal Oak, è finora il più frizzante, inquietante, divertente e visivamente appagante fra tutti quelli trasmessi e dispiace che il regista si sia limitato a quello. Ciononostante non fraintendetemi, questa è una critica solo in parte poiché la serie si è mantenuta su livelli che soddisfano il palato e fanno bene al cuore. Ash vs Evil Dead, dopotutto, non è un serial come gli altri, non è solo sangue e frattaglie e nemmeno superficialità sorniona: è uno stato mentale. Muovendosi nei territori già battuti degli adattamenti televisivi, la creatura di Raimi e compagni rompe tuttavia l’aura patinata che circonda serial più blasonati e con la forza anarchica dell’irriverenza continua la sua marcia verso una seconda stagione già annunciata.

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Killer of killers non si discosta dal modus operandi dei precedenti episodi e questa volta alla regia abbiamo una sorpresa. Dietro alla macchina da presa, infatti, c’è Michael Hurst, vecchia conoscenza di chi ha qualche anno in più sulle spalle e nei ’90 amava seguire le gesta eroiche di Kevin Sorbo in Hercules, dove il buon Michael interpretava Iolao. Come sempre, tutto in famiglia per la Renaissance Pictures e non mi sorprenderebbe se in qualche puntata comparissero improvvisamente Renée O’Connor o Ted Raimi. Bei ricordi a parte, prosegue il viaggio di Ash, Pablo e Kelly, inseguiti da Ruby e Amanda, lungo le strade americane, in cerca di qualcuno o qualcosa che possa fermare l’apocalisse scatenata dal Necronomicon. Dopo aver liberato Kelly dalla possessione e aver cremato il Brujo, fanno sosta in un locale per rifocillarsi e qui vengono raggiunti da Amanda, che in un primo momento riesce ad arrestare Ash, salvo poi rendersi conto che non c’è nessun altro in grado di contrastare l’avanzata del male.

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L’episodio parte piano, crescendo d’intensità quando si arriva ai minuti finali, in uno scontro d’usuale e divertente crudezza, ben coreografato e interpretato. Considerando anche una Dana DeLorenzo scatenata, una gioia per gli occhi. I personaggi crescono e le peripezie incontrate ne sviluppano man mano la psicologia, anche se a scrivere così potrei fuorviare il lettore. Ash vs Evil Dead non è The Walking Dead, tutt’altro, se ne discosta volontariamente, magari spernacchiandolo pure e sarebbe sciocco aspettarsi l’introspezione di Kirkman e soci, laddove non c’è e, forse, non è neppure necessaria. Nel proseguo della storia i caratteri si forgiano ma se da una parte ci sono Pablo, Kelly e Amanda, in un mondo terribile che si dispiega davanti ai loro occhi scioccati, dall’altra c’è Ash, che di quel mondo è simbolo e mito. E lui non ha bisogno di introspezione o di sviluppo, dev’essere sempre uguale a sé stesso, l’identico presuntuoso cazzone che tanto amiamo.

Killer of killers è consegnato ai posteri, la serie continua e per quanto riguarda il sottoscritto continua anche bene. Certo, un altro episodio diretto da Raimi non dispiacerebbe, ma bando alle lamentele, qua si gioca con la leggenda. E quando il gioco si fa duro, i duri imbracciano il boomstick. Quindi sturatevi le orecchie, idioti primitivi, Ash vs Evil Dead non è da giudicare, è da amare.

Manuel “Ash” Leale

L’assicuratrice di cazzi

02 mercoledì Dic 2015

Posted by andreaklanza in Recensioni di Andrea Lanza, Senza categoria, tette gratuite, tette vintage

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assicuratrice di cazzi, deborah wells, film antisega, film porno, simona valli

Erano anni che non recensivo un porno, da quando da adolescente iniziai la mia carriera di critico cinematografico sulle pagine della rivista Videoimpulse. Erano anni meravigliosi quelli, alla stregua dei capelli selvaggi di un film di Wong Kar Wai anni 90, dove il mio zaino da universitario si riempiva di vhs hardcore piene di fighe, donne virtuali  pronte alla mia sega solitaria in onore della settima arte.

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Devo dire che è proprio negli anni 90 che mi sono fermato, il mio cumshot si è cristallizzato sulle magnifiche tette di Jenna Jameson, il suo viso perfetto non ancora sformato dalle protesi, dal silicone e dalla vecchiaia puttana. Dopo, il nulla e mi piace in fondo restare così, ignorante, perché le cose, che ho visto dopo, erano lontane dalla mia idea di porno, di arte estrema fatta di liquidi e carne. Il resto, autori che all’epoca mi piacevano pure, è diventata col tempo noia, un vuoto pneumatico quasi alla Brett Easton Ellis.

Il porno è un mondo che non mi affascina più come da ragazzo, maledizione alla volta che ho preso l’ultima stella a sinistra e fino al mattino, sono cresciuto, ho vissuto e mi sono ingrigito come le ragazze dell’hardcore. Probabilmente non sono neanche l’Andrea Lanza del 1999 o giù di lì, sono i suoi sogni interrotti, il terrore di essere quello che si diventerà. Cos’è il porno per me ora? Un video di youporn senza trama, il tempo di un orgasmo annoiato e via a farmi un panino. Che ci volete fare? Col tempo sono diventato un viziato della carne e odio i surrogati di essa.

Andrea Lanza è diventato un borghese vizioso.

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Comunque tempo fa cercavo una vhs da recensire, un horror americano sulla falsariga di Lucio Fulci, e sono incappato in questa videocassetta che neanche sapevo di avere, senza copertina, con gli adesivi strappati dal tempo, una copia di una copia di una copia forse, e ho scoperto essere un porno dal titolo romantico, L’assicuratrice di cazzi.

Faccio partire la vhs e mi si apre un mondo di squallore quasi divino, ridivento un adolescente tra le onde ipnotiche di questo film, osceno, ridicolo, dalla visione incerta e slabbrata che solo il nastro digitale può regalare.

Il film si apre come il peggior porno di Joe D’Amato con l’immagine fissa di una casa e i titoli di testa che scorrono su uno score rubato da chissà dove. Mi ricorda con nostalgia il mitico Robin Hood la storia mai raccontata dove un castello in fermo immagine tremolante scandiva l’intro dell’opera.

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L’assicuratrice di cazzi mi appare già per quello che sarà: miserabile e divertente.

La prima scena è una doccia hot dove la rossa Simona Valli si masturba con un doppiaggio allucinante e straniante. Una scena top della commediaccia italiana trasposta in chiave luci rosse, ma dal grado di erotismo simile ad una gara podistica di foche monache.

Ma ecco che bussa alla porta un assicuratore che propone alla donna, in rigoroso accappatoio post doccia, una nuova e moderna polizza: l’assicurazione del corpo. Segue una sequela di frasi sceme dove l’uomo si rivela palesemente un truffatore, almeno nel mondo reale, ma nel mondo del porno assicurare tette e culi è una prassi comune.

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Quindi ecco che il nostro assicuratore tira fuori un metro e scrupolosamente prende le misure dei seni della donna, poi non pago vuole farle un’assicurazione sui pompini e sulle chiavate. Chiamatelo scemo!

Quello che noi non sappiamo però è che gli assicuratori di cazzi se si scopano una donna la rendono un’assicuratrice di cazzi. Eh sì, non servono scuole, diplomi, basta una scopata! Gli assicuratori di cazzi sono come i vampiri o gli zombi, ti infettano e ti rendono come loro!

Seguono lunghissimi minuti dove l’assicuratore viene lasciato da solo e mangia una mela, non un morso, ma lentamente tutta, e dove parla da solo in lunghi monologhi dal sapore di un film girato da Michelangelo Antonioni.

Ecco che senza motivo ci spostiamo all’interno di una macchina dove una delle pornostar più strafighe degli anni 90, Deborah Wells, parla fuori sincrono con un primate parzialmente pelato e dalla fronte scimmiesca. Discutono di cose senza senso, finché non capiamo che stanno andando a casa dell’assicuratore di cazzi che è anche casa della rossa Simona Valli. Quindi facendo uno più uno, oltre ad avere reso la donna un’assicuratrice di cazzi, le ha rubato pure la casa.

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Deborah è triste perché non sa se sarà all’altezza di fare l’assicuratrice di cazzi, ma il primate la ferma subito: la testerà prima lui. Quindi via di musica a cazzo e oh yeah si fottimi, quanto ce l’hai grosso, posso farcela anch’io.

Ma ecco che, a casa di Simona e dell’assicuratore, oltre a Deborah e al suo manzo, c’è un’altra coppia mai vista, lei dall’aspetto di un troione da strada, lui di un sgozzapreti stupra bambini. Parte una lezione e l’orgia è servita.

Il film finisce improvvisamente. Sarà stato così il cut? Si è smagnetizzato il nastro? Un bo grande come una casa insieme a un chi se ne frega.

Cercando su internet scopro che il regista è un certo Carlo Vallone, che non credo di avere mai sentito nominare, ed esiste pure un dvd, incredibilmente, di questo porno, venduto in alcuni siti a prezzi da criminali.

Se dovessi tornare ai miei anni 90 su Videoimpulse direi che il film è girato malissimo, interpretato da cani ed è impossibile anche solo avere un’erezione per una sega, a meno di avere fantasie verso la vostra nonna novantenne.

Le attrici, almeno le principali, sono comunque strafighe e ho paura a cercare sul web come si sono conciate negli anni. Tanto so che il tempo rende tutti diversi, il segreto sta accettarlo e non cercare l’eterna giovinezza in chirurgie plastiche, perché alla fine, anche con mille barbatrucchi, se si è vecchi si resta sempre vecchi. Non voglio vedere Simona Valli o Deborah Wells palesarsi come comparse di Society di Brian Yuzna, il viso sformato in maschere grottesche. Voglio ricordarle con le tette e il culo talmente perfetti da essere degni di un’assicurazione.

Il dubbio però che mi resta è perché si chiama l’Assicuratrice di cazzi se non la vediamo mai all’opera?

Scommetto che nella risposta c’è l’essenza di Dio.

Andrea Lanza

 

 

ash vs evil dead : ep 5 : The Host

02 mercoledì Dic 2015

Posted by viga1976 in Bruce Campbell, commedia horror, demoni, Le recensioni di Davide Viganò, Senza categoria, serie tv, zombi

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ash vs evil dead, bruce campbell, recensione, sam raimi, the host

Come era finita? Diciamo non benissimo per il povero Ash. Tanto ha detto e tanto ha fatto che è finito legato e imbavagliato, pronto per esser esorcizzato dal zio esorcista, o brujio come si suol dire -almeno penso- di Pablo. Un demone cazzuto, spavaldo, uno di quelli che è meglio lasciar stare, tipo il peggior ras del vostro quartiere, quanto pare si è impossessato di Ash.

Quanto pare…Perché come scopriremo poco dopo, questo demone parassita si è impossessata di Kelly.

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Come fare a salvarla? Chi riuscirà a fermare il demone parassita e la sua boccaccia fucina di minacce, maledizioni, schiamazzi e ingiurie? Dio quanto parlano sti bulli delle superiori che Raimi e soci ci vogliono vendere come pericolosi demoni, che magari dovremmo pure temere.

Forse sarebbe possibile in altri lidi e con altre intenzioni, ma Ash è l’ Homer Simpson dello splatter, rivisto sotto le regole della slapstick. Quindi è la fracassonata, l’ironia greve, l’esagerazione pop a farla da padrone. Ad alcuni piace, ad altri no. Per alcuni codesta serie è un capolavoro, per altri no. Ma succede con qualsiasi serie o film. Qui vi è anche una deviazione verso il sentimento. Il mitico Pablo, dichiara il suo amore, in un certo senso, a Kelly. Un bel personaggio quello di Pablo, naif il giusto. Offre più possibilità rispetto al mr Doh con la motosega al posto della mano, ma è giusto così. Ash è un’icona dell’immaginario collettivo e così deve essere e rimanere. Per me un piccolo difetto, ma non conta un cazzo il giudizio di una persona che ha un’idea di horror lontanissima da quella di questa serie e forse anche di Raimi. Conta la leggenda che si riesce a costruire e devo dire che la saga di Evil Dead l’ha superato da tantissimo tempo. Quindi il divertimento non manca, vogliamo vedere come faranno a salvare Kelly, si vuol vedere dove e come agirà Pablo, aspettiamo la battutona di Ash. Un puro spettacolo di intrattenimento con una giusta dose di horror, un demone farabutto che dà filo da torcere ai nostri.

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La quinta puntata non deluderà i fans della serie. Questo è fuori di ogni dubbio!

Davide Viganò

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