• Chi siamo
  • Vuoi collaborare?

Malastrana VHS

~ i film più oscuri e dimenticati

Malastrana VHS

Archivi della categoria: live action

Street fighter – sfida finale

05 sabato Set 2015

Posted by andreaklanza in azione, fantascienza, film pericolosamente brutti, live action, Recensioni di Daniele Bernalda, S, Van Damme, videogame

≈ 7 commenti

Tag

cammy, film da rivalutare negli anni, raoul julia, street fighter, street fighter guile edition, van damme, videogames

Super-Street-Fighter-II-Turbo-HD-Remix_Remake

Sì, noi di Malastrana andiamo contro tendenza. Si capisce.
Senza disdegnare i mezzi che l’attuale tecnologia ci fornisce, la VHS rimane il nostro supporto preferito e il VCR il nostro credo.
Oltretutto abbiamo un debole per quelli che la comun gentaglia definisce ‘film di merda’.
Perchè dico ciò? Semplice, perchè “Street Fighter – Sfida Finale” è unanimamente (o quasi) bocciato come film di merda. Ma come è possibile? E’ un film adorabile!
Si sappia: la mia sarà una recensione anarchica, schietta, dettata dal cuore e dalla passione.
Ok, questo sia chiaro fin da subito: io amo Van Damme. Un amore davvero profondo… un colpo di fulmine nato in una notte di mezza estate, dopo aver visto quel “Bloodsport – Senza esclusione di colpi” che noi tutti, uomini eroici e romantici, ben conosciamo.
Grazie a lui ho praticato karate per 5 anni e ho imparato a fare la spaccata tra le sedie: il proprio idolo va emulato bene, perdio!
Tuttavia penso che il karateka di Bruxelles sia stato l’eroe di molti pischelli che, come me, negli anni ’90 si ammazzavano di film d’azione e videogames, rigorosamente VS Fighting e Beat ‘em up.
Ma anche ora, dopo avere abbondantemente superato i trent’anni, la mia vita è condita di film d’azione e (retro)videogames.
E guarda caso ho un debole anche per “Street Fighter II”, il marchio dal quale il nostro bel film è stato tratto.
E’ quasi inutile dirlo, ma lo dico: nel periodo tra il ’94 e il ’97 la cartuccia di “Street Fighter II Special Champion Edition” per il mio fedele Sega Mega Drive era una specie di oracolo, un faro nelle notte verso cui fare rotta per trovare calore e conforto.
Il divertimento domestico era inesauribile e quando si usciva e si faceva una tappa in sala giochi, guarda caso buona parte delle monetine finivano ad ingrassare il cabinato del videogioco di casa Capcom.
E’ quindi possibile immaginare la felicità del sottoscritto nel leggere sulla mia rivista di videogames preferita che un tale chiamato Steven de Souza avrebbe schiaffato su celluloide quel fantastico gioco, e che nel ruolo dello spazzolone Guile c’era il mio eroe, il dio degli action movie a base di arti marziali, colui il cui nome suona mitico e virilissimo: Jean Claude Van Damme.
“Wow, ecchecazzo, sì!” Così dissi il giorno in cui la notizia mi si palesò davanti.

dosbox 2014-12-28 20-48-36-14.png

E infine, il gran giorno arrivò: Varese, Cinema Arca, una sabato pomeriggio dell’Aprile 1995.
Quel giorno la sala era praticamente inondata di gente. E si parla di un vero cinema, non di quelle merde di multisala che ci sono ora, ahimè dominanti in questa triste ed infelice epoca. Ma va beh.
Che ci volete fare, erano begli anni: in quel periodo sui nostri teleschermi passavano regolarmente buzzurri del calibro di Jeff Speakman, Dolph Lundgren, Don ‘The Dragon’ Wilson, Brandon Lee… e il nostro Van Damme, ovviamente: tutti personaggi di poche parole che picchiavando sodo.
Erano amici di tutti noi.
Inoltre, nel biennio ’94 – ’95 ben tre pellicole furono tratte da videogames di successo, e guarda caso del genere VS Fighting: “Double Dragon”, con il nostro bravo Mark Dacascos e il ‘T-1000’ Robert Patrick, il qui presente “Street Fighter – Sfida Finale” e il bellissimo “Mortal Kombat”, uscito nelle sale sul finire di quell’anno ’95 (e anche qui, ricordo bene, la sala era fottutamente satura di gente).

sf20

In “Street Fighter – Sfida Finale” non vi è una regia poderosa, una fotografia commovente… ne tantomeno una scenggiatura da strapparsi i capelli dalla testa.
No, il film è ovviamente un pretesto per dare un volto ai personaggi del famoso videogioco, con la messa in scena di un contesto di guerriglia tra il malvagio dittatore di turno con il suo seguito, e l’impavido eroe a stelle e strisce con tutti i suoi alleati. Mettiamoci poi una buona dose di botte, il solito messaggio a sfondo politico con bandiera a stelle strisce dominante sulla muscolosa spalla di Van Damme, e una sana dose di grezza ironia. Risultato: un film per tutti, per grandi e piccini.
“Street Fighter – Sfida Finale” è un film se vogliamo molto semplice, che si presenta al mondo con la voglia di stupire, affascinare ed incuriosire. Una mossa intelligente e un po’ fortunata… e al botteghino ha avuto ragione: il motivo di tale successo è dovuto ovviamente al marchio “Street Fighter II”, poi certamente all’attore di punta, quel Van Damme all’epoca 34 enne e ancora grande superstar dei film d’azione, in grado di richiamare in sala un buon numero di appassionati.
Sarà poi per l’ultima interpretazione di Raoul Julia, morto poco dopo la fine delle riprese del film… insomma, tutta una somma di fattori azzeccati.

Street-Fighter-605-4f31fd8e760ee3074b0004fb-1328851604

Non aspettatevi però di vedere “Hadoken”, “Shoryuken”, o mosse speciali che sfidano la forza di gravità: no, niente di tutto questo, se non pallidi tentativi. Sotto questo aspetto aveva fatto qualcosa di più Wong Jing, dalle parti di Hong Kong, quando l’anno prima confezionò il divertente e a suo modo spettacolare “Future Cops”, pellicola goliardica e fumettosa, nella quale i più grandi divi del cinema hongkongese (attori del calibro di Andy Lau, Ekin Cheng, Jacky Cheung, Aarok Kwon, ecc… ) impersonavano i personaggi del videogame “Street Fighter II”, in una produzione così folle che solo il cinema della ex colonia britannica poteva produrre.

kylie-minogue-cammyE il cast dello “Street Fighter” firmato Steven de Souza invece? Belle scelte, altre no.
In breve, per nominare qualcuno di loro: si è detto Guile che fa Van Damme… scusate, volevo dire Van Damme che fa Guile. Ok, ci sta , perchè no. Azzeccatissimo. Zangief ok, un simpatico colosso tutto muscoli e niente cervello, dalla parte di Bison perchè crede che lui sia il buono… e per il quale lavora gratis. Ok anche per Vega, il ninja spagnolo. Gli insipidi Sagat e Dalshim sono rispettivamente uno un cotrabbandiere d’armi, l’altro uno scienziato costretto al volere di Bison allo scopo di dar vita al soldato perfetto, ovvero Blanka, sul quale mi rendo conto che è meglio stendere un velo pietoso. Forse il punto davvero più basso del film, con quella parruccaccia color arancio e il corpo pitturato di verde che affonda davvero nel ridicolo. Raul Julia è sufficientemente psicopatico nel ruolo del Generale Bison, e ci piace. I suoi deliri di onnipotenza lasciano il segno.
Tralasciando quella chiattona di Chun Li, noi maschietti allupati abbiamo apprezzato moltissimo la pop star Kyilie Minogue nel ruolo di Cammy… con quelle sue labbra, quel suo fisico e quelle sue treccine bionde…
Certo, poi vedi Ryu e Ken, i veri protagonisti del videogame, e ti chiedi “Perchè?”
Ma alla fine va bene così, sono due ragazzi dal cuore d’oro e combattono per la pace e per le cose belle, come noi giovani volevamo, e quando iniziano a picchiare gli sgherri di Sagat, beh, picchiano forte e finiamo per dire grazie a Byron Mann e Damian Chapa per avere dato il volto ai due eroi principali del videogame.

Street_Fighter_Movie_02

Forse ora un film come “Street Fighter – Sfida Finale” non avrebbe senso, ma 20 anni fa lo aveva. Era il periodo giusto. Bisogna filtrarlo in una certa ottica: questa pellicola è un importante tassello dei suoi tempi. In anni cupi in cui tutto cambia e muta alla velocità della luce, il film di De Souza si erge come baluardo di un cinema cazzuto, di serie B, se così si può dire, tuttavia così ‘perfetto’ nella sua sfrontata ignoranza da riempire le sale cinematografiche e, a suo modo, divenire un successo.
A distanza di anni passati, fa nostalgia pensare al faccione di Van Damme che svettava sulle locandine che tapezzavano la città. Un Van Damme che, da lì a pochi anni, avrebbe tristemente iniziato la parabola discendente della sua carriera…

Bison: “Tu mi hai reso un uomo molto felice.”
Guile: “Tra poco sarai un uomo morto.”

Così fu.

RIP Raoul Julia

Daniele “Danji Hiiragi” Bernalda

street-fighter-bison-guile

Street Fighter – Sfida finale

Titolo originale: Street Fighter

Anno: 1994

Regia: Steven E. de Souza

Interpreti: Jean Claude Van Damme, Raul Julia, Ming-Na, Kylie Minogue, Simon Callow, Wes Studi, Andrew Bryniarski, Joe Bugner

Durata: 100 min.

Street-Fighter-MOVIE-POSTER

LUPIN III

22 lunedì Giu 2015

Posted by Manuel Ash Leale in action, action comedy, azione, L, live action, Recensioni di Manuel Ash Leale

≈ 1 Commento

Tag

anime, kitamura, lupin, lupin III, monkey punch, ryuhei kitamura, shun oguri, tadanobu asano

Se c’è una cosa che accomuna la maggior parte dei nati nei ’70 e negli ’80, questa è sicuramente Lupin The Third. Non discutete troppo, le avventure del ladro gentiluomo nipponico sono un punto fisso dell’infanzia di molti e anche se preferivate Goldrake o Lady Oscar, sono pronto a scommettere che Lupin è riuscito ugualmente a entrare nella vostra vita. Dopotutto non potrebbe essere altrimenti, se ancora oggi, dopo quarantotto anni dalla sua nascita, è presente in TV e su innumerevoli tipologie di merchandising, assurgendo a vera e propria icona della pop culture.

lupin 1 Creato dalla mente e dalle matite di Monkey Punch, al secolo Katō Kazuhiko, e ovviamente ispirato ai romanzi di Maurice Leblanc, Rupan Sansei (ルパン三世) debutta in una rivista della Futabasha, storica casa editrice giapponese, nel 1967. È sulle pagine di Weekly Manga Action che il personaggio ha modo di superare qualsiasi aspettativa del suo autore, riscuotendo un sorprendente successo e divenendo in pochi anni un cult. Da qui in avanti è un viaggio verticale tra fumetti, anime, videogiochi, un’ascesa che porterà il ladro gentiluomo a varcare i confini giapponesi approdando anche nel Bel Paese. Tra prevedibili censure, sigle immortali e continui passaggi televisivi, Lupin conquista lo Stivale e la naturale evoluzione di tanta fama planetaria è ovviamente un esordio in live action sul grande schermo. Nel 1974, infatti, la Toho produce Lupin III – La strana strategia psicocinetica, lungometraggio di ottantadue minuti che vede il ladro donnaiolo cercare di sfuggire contemporaneamente agli assassini di una famiglia mafiosa e all’inarrestabile Ispettore Zenigata. Decisamente dimenticabile, questa prima incursione nella Settima Arte lascia l’amaro in bocca e la strada rastrellata di rocambolesche avventure prosegue unicamente nel campo dell’animazione, dove fioriscono diversi lungometraggi degni di nota, come Il Castello di Cagliostro. lupin 2 Ma dopo innumerevoli OAV, film, special televisivi e crossover, era inevitabile che il richiamo del Cinema restasse inascoltato ancora a lungo e così, ad Agosto 2014, esce nelle sale giapponesi il secondo live action, intitolato semplicemente Lupin III. Niente sottotitoli per un film che punta alle origini, con una storia nuova e nuovi personaggi, nel difficile tentativo di trasporre più o meno fedelmente gli antieroi tanto amati dal pubblico. E come in tutti gli adattamenti ecco il vero punto cruciale: in quale modo trasportare un personaggio cartaceo o animato nella realtà? A meno che non si tratti di Uwe Boll, qualunque sceneggiatore assennato passerebbe notti insonni davanti a un tale quesito, perché il rischio di deludere i fan è altissimo e quello di creare un prodotto indecente è ancora più alto. Il Cinema è colmo di oscenità tratte da videogame e fumetti, quindi questo è diventato un Genere dove muoversi con i piedi di piombo. Ma le case di produzione, TBS, Kadokawa e Toho in primis, compiono una scelta per nulla scontata e affidano tutta l’operazione al regista che non ti aspetti: Kitamura Ryūhei. Nativo di Osaka, classe 1969, Kitamura è tanto amato in patria quanto visto con sospetto nel resto del mondo, in particolar modo negli States, dove ha diretto Midnight Meat Train e No One Lives, tutt’ora assurdamente considerati da certa critica l’ennesimo esempio della sua mancanza di talento. Assurdamente, ripeto, poiché per quanto sottovalutati sono film ricchi di personalità e tocchi di genio, particolari su cui tanti mestieranti presuntuosi possono solo sognare, chiusi in bagno con l’arma carica in pugno. Resta ugualmente una sorpresa la scelta del regista di Osaka, alla quale viene affiancato Yamamoto Mataichiro, lo sceneggiatore di Azumi e Azumi 2: Death or Love, ma fa ben sperare per la riuscita di un film per nulla semplice da gestire. E proprio qui, infatti, succede il fattaccio: Kitamura, per buona parte della pellicola, si dimentica di essere Kitamura, e tanti saluti alle buone premesse. lupin 3 Completamente rivisitata, la storia parte dalla formazione della storica banda e vede Lupin, Jigen e Fujiko appartenenti a una società segreta di ladri chiamata The Work e gestita da Thomas Dawson, figura quasi paterna per il giovane Lupin. Ma tutto crolla quando Michael Lee tradisce il gruppo e ruba una preziosa collana appartenuta a Cleopatra, scatenando una sequela di eventi e colpi di scena che collideranno nel chiassoso finale. Potrebbe all’apparenza sembrare una qualunque delle avventure scritte da Monkey Punch, ma questo Lupin III si fa carico di una pesante eredità, cercando di sdoganarla nella modernità di tante nuove produzioni nipponiche, che strizzano l’occhio al patinato cinema hollywoodiano. Purtroppo, però, qui non c’è Michael Bay, che per quanto possiate odiare tramuta in oro quasi ogni cosa che tocca, e quindi la prima mezz’ora di film, per non dire tutta la prima parte, fatica incredibilmente a decollare, nonostante i siparietti fra Oguri Shun (Lupin) e Kuroki Meisa (Fujiko) siano ben fatti e divertenti. Kitamura sembra non sentirsi a suo agio, in qualche modo frenato e ne risente il ritmo persino durante le scene d’azione. Dal regista di un cult come Versus è più che lecito aspettarsi ben altro. Combattimenti e sparatorie non ricalcano lo stile dell’anime, ma se questo non è necessariamente un difetto lo è invece la noia che scaturisce in alcuni frangenti. Eccessivamente allungato, almeno trenta minuti avrebbero potuto senza dubbio essere tagliati, il film si snoda in un’alternanza di partenze e rallentamenti, montagne russe con il freno a mano tirato, e solo nell’ultima parte a Kitamura viene in mente di essere un regista con gli attributi e il divertimento inizia davvero a scorrere. Peccato che tutta quanta la pellicola non sia come i circa sessanta minuti finali: veloci, scoppiettanti, divertenti, i personaggi diventano quello che i fan hanno imparato ad amare e sono finalmente riconoscibili nelle loro caratteristiche migliori. lupin 5 Senza infamia né lode, Lupin III può essere piacevole se visto con la dovuta consapevolezza e questo grazie anche a Oguri Shun, Asano Tadanobu e Ayano Go, ben calati nei rispettivi personaggi. Insomma, possiamo storcere il naso perché ancora una volta l’adattamento non è perfetto oppure possiamo sorvolare sui difetti e goderci almeno una seconda parte che vale la visione. Comprensiva di Fiat 500 gialla, il tocco di classe che strappa un sorriso nostalgico. A voi la scelta.

…Chi lo sa che faccia ha, chissà chi è, tutti sanno che si chiama Lupin…

Manuel “Ash” Leale

Lupin III (Rupan Sansei)

Anno: 2014

Regia: Kitamura Ryuhei

Interpreti: Oguri Shun, Tamayama Tetsuji, Ayano Go, Asano Tadanobu, Kuroki Meisa, Jerry Yan, Nick Tate, Nirut Sirichanya, Vithaya Pansringarm

Durata: 133 min. lupin 7 lupin 8

Blogroll

  • Araknex's Film Critic Horror Vault
  • Ash Movies box
  • Film trash di Andrea Osiander (pagina facebook)
  • Fumetti Etruschi
  • Going the asylum
  • Il braccio della morte
  • Il Zinefilo
  • L'osceno desiderio
  • La Bara Volante
  • Malastrana FB
  • Moz O'Clock – nerdblog retro & pop
  • Nido di Rodan
  • pensieri da tergo
  • Scarica il magazine numero 0
  • Visione sospesa

Articoli recenti

  • A me… a me mi… A me (non) mi piace così (Il 2019 di Malastrana vhs) Parte seconda
  • A me… a me mi… A me mi piace così (Il 2019 di Malastrana vhs) Parte prima
  • La saga de Il ragazzo dal Kimono d’oro
  • Dellamorte Dellamore
  • Gli occhi indiscreti di uno sconosciuto

Archivi

  • dicembre 2019
  • novembre 2019
  • ottobre 2019
  • settembre 2019
  • agosto 2019
  • luglio 2019
  • giugno 2019
  • Mag 2019
  • aprile 2019
  • marzo 2019
  • febbraio 2019
  • gennaio 2019
  • dicembre 2018
  • ottobre 2018
  • settembre 2018
  • luglio 2018
  • giugno 2018
  • Mag 2018
  • aprile 2018
  • marzo 2018
  • febbraio 2018
  • gennaio 2018
  • dicembre 2017
  • novembre 2017
  • ottobre 2017
  • settembre 2017
  • agosto 2017
  • luglio 2017
  • Mag 2017
  • gennaio 2017
  • dicembre 2016
  • agosto 2016
  • luglio 2016
  • giugno 2016
  • Mag 2016
  • aprile 2016
  • marzo 2016
  • dicembre 2015
  • novembre 2015
  • settembre 2015
  • agosto 2015
  • luglio 2015
  • giugno 2015
  • aprile 2015
  • marzo 2015
  • febbraio 2015
  • agosto 2014
  • luglio 2014
  • giugno 2014
  • Mag 2014
  • aprile 2014
  • febbraio 2014
  • gennaio 2014
  • dicembre 2013
  • novembre 2013
  • ottobre 2013
  • settembre 2013
  • agosto 2013
  • luglio 2013
  • giugno 2013
  • Mag 2013
  • aprile 2013
  • marzo 2013
  • febbraio 2013
  • gennaio 2013
  • dicembre 2012
  • novembre 2012
  • ottobre 2012
  • settembre 2012

Categorie

  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 9
  • A
  • action
  • action comedy
  • Albi di sangue
  • alieni
  • animali assassini
  • anteprima
  • asylum
  • azione
  • B
  • B movie gagliardi
  • backstage
  • Bruce Campbell
  • C
  • cannibali
  • capolavori
  • case apocrife
  • cellulari demoniaci
  • comico
  • commedia
  • commedia horror
  • corn flake
  • curiosità
  • D
  • demoni
  • drammatici
  • E
  • editoriale
  • Empire
  • erotici
  • F
  • Fabrizio De Angelis
  • fantascienza
  • fantasmi
  • film ad episodi
  • film pericolosamente brutti
  • folletti
  • freddy krueger
  • Full Moon
  • G
  • goethe
  • H
  • hardcore
  • I
  • I grandi saggi di Malastrana vhs
  • il grande freddo
  • Indie
  • J
  • Jackie Chan
  • K
  • L
  • Le notti mai viste di Zio Tibia
  • Le recensioni di Davide Viganò
  • Le recensioni di Luigi Pellini
  • Le recensioni di Masoman
  • licantropi
  • linda blair
  • live action
  • M
  • mondo movie
  • mostriciattoli
  • N
  • neo neorealista
  • nightmare
  • nightmare on elm street
  • ninja
  • O
  • P
  • postatomici
  • poster gagliardi
  • Q
  • R
  • Recensioni di Alexia Lombardi
  • Recensioni di Andrea Lanza
  • Recensioni di Daniele "Danji Hiiragi" Bernalda
  • Recensioni di Daniele Bernalda
  • Recensioni di Daniele Pellegrini
  • Recensioni di Danny Bellone
  • Recensioni di Davide Comotti
  • Recensioni di Domenico Burzi
  • Recensioni di Manuel Ash Leale
  • Recensioni di Marcello Gagliani Caputo
  • Recensioni di Mariangela Sansone
  • Recensioni di Napoleone Wilson
  • Recensioni di Silvia Kinney Riccò
  • Recensioni di Stefano Paiuzza
  • Recensioni di Zaira Saverio Badescu
  • Recensioni Francesco Ceccamea
  • remake
  • ripoff
  • robert englund
  • robot malvagi
  • S
  • satana
  • scifi horror
  • Seguiti direct to video
  • Senza categoria
  • serie tv
  • Shark Movie
  • slasher
  • splatteroni
  • starlette
  • streghe
  • T
  • tette gratuite
  • tette vintage
  • thriller
  • trailer dall'oltrespazio
  • U
  • V
  • vampiri
  • Van Damme
  • videogame
  • vogliamo ricordarlo così
  • W
  • War movie
  • western
  • X
  • Y
  • zombi

Meta

  • Registrati
  • Accedi
  • Flusso di pubblicazione
  • Feed dei Commenti
  • WordPress.com

Annulla
Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche sul controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie